Belle Époque. I pittori italiani della vita moderna
Da Lega e Fattori a Boldini e De Nittis a Nomellini e Balla

mostra Belle époque

“Belle Époque. I pittori italiani della vita moderna
Da Lega e Fattori a Boldini e De Nittis a Nomellini e Balla”

 

Arte Italiana 1864-1917
A cura di Massimo Bertozzi
29 giugno – 27 ottobre 2024

Palazzo Cucchiari – Fondazione Giorgio Conti Onlus
Via Cucchiari, 1 – Carrara


Orari

DAL 29/06/2024 AL 15/09/2024
mar – mer – gio – dom 09.30 – 12.30 • 16.00 – 20.00
ven e sab 09.30 – 12.30 • 16.00 – 23.00

Dal 17/09/2024 AL 27/10/2024
mar – mer – gio – dom 09.30 – 12.30 • 15.00 – 20.00
ven e sab 09.30 – 12.30 • 15.00 – 21.00

APERTURA STRAORDINARIA
Giovedì 05/09/2024 – 09.30 – 12.30 • 16.00 – 23.00

ULTIMA SETTIMANA DI OTTOBRE (22/10 al 27/10)
apertura anticipata ore 14.30


Info: 0585 72355info@palazzocucchiari.itwww.palazzocucchiari.it


 

Biglietto d’ingresso

INTERO: €10,00
RIDOTTO: €8,00
GRUPPI: €8,00 con/senza audioguida
STUDENTI UNIVERSITARI: € 5,00 con audioguida
SCUOLE: Gratuito per studenti fino a 18 anni
GRATUITI: Giovani fino a 18 anni, Portatori di handicap e accompagnatore, Giornalisti con tesserino nazionale.
CONVENZIONI: COOP LIGURIA – UNICOOP FIRENZE – COOP UNICOOP TIRRENO
INTERO € 8,00 – OVER 65 € 7,00


 

Sponsor: R.E.D. Graniti S.p.A.
Media partner: Finestre sull’Arte


 

Articolata in sette sezioni e un intermezzo, la mostra segue le tracce delle mutazioni della pittura dopo l’Unità, dal superamento delle scuole regionali alla ricomposizione di una impronta nazionale, per puntare dritto a una cultura artistica adatta ai tempi moderni della “Nuova Italia”. È in questo contesto che il mondo imprenditoriale, l’alta finanza e l’intraprendenza aristocratica, e non più solo le accademie e le altre istituzioni pubbliche, diventano promotori delle belle arti e, come collezionisti o mecenati, importanti figure di riferimento per gli artisti e i mercanti.
Mentre si assiste al tramonto degli ideali del Risorgimento, a cui gli artisti avevano partecipato con coerenza e coraggio civile, e si manifesta l’involuzione conservatrice della classe politica nazionale, rinasce finalmente un’Arte italiana.
Quello della mostra è dunque un iter che dagli ultimi palpiti macchiaioli conduce all’effervescenze della scapigliatura fino agli esiti finali del divisionismo, cioè da Fattori e Lega a Boldini e De Nittis a Nomellini, Balla.
Senza contare che altri artisti presenti in mostra con le loro opere portano i nomi di Signorini, Spadini, Pellizza da Volpedo, Zandomeneghi e Corcos, e poi ancora Antonio Mancini, Tranquillo Cremona, Mosè Bianchi, Emilio Longoni, Angelo Morbelli, Gaetano Previati, e tanti altri.
In totale si tratta di una novantina di opere – tra dipinti su tela e su tavola, acquerelli, pastelli e sculture in bronzo e in gesso – che abbraccia un arco temporale che va dal 1864 fino al 1917.